Emiliano Brinci. Un interior designer con le idee più che chiare: trasparenti

Emiliano Brinci, 38 anni, interior ed exhibition designer e co-fondatore di Design Trasparente, e-shop di arredi e complementi in plexiglass, prodotti da lui e dalla sua socia Viola. Il suo sogno era quello di fare della sua passione un mestiere.

Ci è riuscito. Anzi, ha fatto molto di più: ha dato vita a un brand unico e riconoscibile, che oggi gli dà tante soddisfazioni. In questa intervista ci racconta il suo percorso e il suo punto di vista. Una lettura interessante per chi, come Emiliano, sogna di lavorare nel mondo dell’interior design e di farlo in proprio.

Due chiacchiere con Emiliano Brinci, il designer della trasparenza

1) Ciao Emiliano, ti va di parlarci, in poche battute, del tuo percorso professionale?
Sono un artigiano/designer 2.0 e blogger dalla mente curiosa. Così amo definirmi: romano immatricolato ’77 e omologato per viaggiare in Italia e in tutto il mondo, anche nelle cappelliere degli aerei. Sono specializzato nell’industrial ed exhibition design e mi occupo anche di consulenze per campagne di social media marketing e per la gestione di blog aziendali. Sono alla continua ricerca di novità e idee, che appunto rigorosamente sul mio fido Moleskine.

2) Come è nato Design Trasparente?
Per gioco e per scherzo, come nascono tutte le cose migliori. Nel 2007 la mia mente curiosa ha incontrato quella di Viola, artigiana esperta nelle lavorazioni del plexiglass, e c’è stata subito intesa. Abbiamo realizzato la nostra prima lampada e da lì è partita la produzione, tutta esposta sul nostro e-shop.

3) Con questa idea di business hai scelto due volte la verticalizzazione e la specializzazione. La prima volta con la scelta del materiale, la seconda con il concetto di trasparenza. Credi quindi che nel mercato di oggi la specializzazione possa essere elemento premiante?
Ne sono fermamente convinto. Specialmente per le piccole realtà come la nostra, che possono e devono fare la differenza, scegliendo la propria nicchia e diventando il punto di riferimento della stessa.

Le persone devono ricordarsi il tuo nome e associarlo a quello che fai, senza esitazioni. Solo così si diventa un brand.

4) Quali sono le principali differenze tra un prodotto artigianale e uno industriale?
Te lo spiego brevemente. Prodotto industriale: per tutti; prodotto artigianale: per molti ma non per tutti.

5) Quali sono i costi da sostenere per avviare un’attività artigianale come la tua?
Dipende molto dall’attività. Diciamo che, nel nostro caso, il budget totale è stato speso per le attrezzature del laboratorio, per la realizzazione dell’e-commerce e per la gestione del marketing online e offline.

6) Quanto inficiano nella vendita, da 1 a 10, questi fattori: originalità del prodotto, utilità del prodotto, bellezza del prodotto, costo del prodotto? E perché?
Originalità: 10. Utilità: 10. Bellezza: 10. Costo: 10. Sono quattro fattori fondamentali che devono essere ben mixati tra di loro. Bruno Munari – per chi non lo conoscesse, è stato uno dei grandi maestri del design contemporaneo – spiegava, citando una regola giapponese, che il bello è la conseguenza del giusto. I due elementi citati, uniti all’originalità, sanciscono l’immortalità di un prodotto. Per quanto riguarda il successo nelle vendite, entra in campo il fattore costo. Sembrerà un paradosso, ma un prodotto bello, utile e originale, deve avere un prezzo adeguato alle aspettative degli utenti e a quello del mercato di riferimento. Altrimenti rischia di fallire comunque.

7) Come viene percepito il design artigianale in Italia oggi?
Diciamo che in questi ultimi anni c’è stata una controtendenza. Non si punta più sulla quantità, ma sulla qualità. Se prima si acquistavano solo prodotti fatti in serie e di bassa manifattura, adesso si è tornati ad acquistare meno prodotti, ma di qualità superiore.

8) E di design, si vive bene?
Benissimo… Specialmente se svolgi un altro lavoro! Scherzi a parte, fare e vivere soltanto di design è complicatissimo, specialmente in questo periodo, dove ci sono più designer che sedie!

9) Qualche consiglio davvero pratico per giovani designer del futuro?
Non mi sento all’altezza di dare consigli a dei giovani designer. Posso soltanto dir loro di non seguire delle strade già battute, perché in questo modo non si arriva mai per primi, e di metterci costanza e impegno, perché alla fine si viene sempre ripagati dal duro lavoro.

10) Altri sogni nel cassetto da realizzare, Emiliano?
Vivere la mia vita in infradito tutto l’anno!

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