Identikit del lavoro accessorio

Negli ultimi tempi si sente spesso parlare di lavoro accessorio, ma per tanti questo argomento ha ancora molte zone d’ombra.

In breve: il lavoro accessorio permette di svolgere lavori occasionali, retribuiti attraverso voucher, senza essere vincolati a contratti lavorativi. Con questa nuova forma di collaborazione diventa più semplice investire in nuove risorse e, soprattutto, diventa più facile regolarizzarle. Non ti anticipiamo altro, perché in questo post troverai tutte le risposte che cerchi.

Come funziona il lavoro accessorio?

Il lavoro accessorio è una prestazione di lavoro regolare che non prevede alcun tipo di contratto, è saltuaria e viene retribuita tramite voucher, ossia buoni lavoro che valgono 7,5 euro l’uno. Questo valore corrisponde al compenso minimo per un’ora di lavoro. Ma tale valore può cambiare di anno in anno, perché dipende dagli indici ISTAT.

Il lavoro accessorio è, a tutti gli effetti, un lavoro regolare anche dal punto di vista previdenziale e infortunistico. Salvo per le misure di sostegno al reddito – la disoccupazione, la maternità e la malattia – che non sono previste.

Ma attenzione: di prestazioni occasionali non si può abusare. Esistono dei limiti che vengono misurati in termini economici: chi svolge un lavoro accessorio non può percepire, infatti, più di 7.000 euro netti l’anno (dal 1° gennaio al 31 dicembre). Quindi occhio a non superarli.

Ora che abbiamo capito di cosa si tratta, vediamo quali sono i vantaggi.

I vantaggi del lavoro accessorio

La buona notizia è che i vantaggi non mancano per entrambe le parti. Ce ne sono sia per chi offre lavoro (il committente) e sia per chi lo presta (il prestatore):

  • Il committente offre un lavoro in completa legalità senza sottoscrivere alcun contratto e l’INAIL lo tutela da eventuali incidenti sul lavoro.
  • Il prestatore può scegliere in qualsiasi momento di integrare le sue entrate con un lavoro accessorio. Il compenso che riceve è esentasse e non incide sull’eventuale stato di disoccupato o inoccupato.

Ma chi può offrire o prestare lavoro accessorio?

Committenti e prestatori

Il committente è chiunque offra un lavoro – famiglie,¬ imprese famigliari, enti senza fini di lucro, imprenditori e committenti pubblici. Sono varie anche le categorie di prestatori:

  • i pensionati;
  • chi riceve un’integrazione al reddito;
  • chi svolge un lavoro part time;
  • gli inoccupati, i lavoratori autonomi, i dipendenti pubblici o privati;
  • gli extracomunitari con un regolare permesso di soggiorno;
  • gli studenti durante le vacanze (Natale, Pasqua e periodo estivo) e gli universitari in qualsiasi periodo dell’anno.

Bisogna tener presente, però, che il lavoro accessorio non è compatibile con un lavoro subordinato se si ha a che fare con lo stesso datore di lavoro.

Fin qui tutto semplice. Ma ci sono anche degli obblighi e delle sanzioni per chi non li osserva.

Gli obblighi del committente

Con il lavoro accessorio il committente ha l’obbligo di regolarizzare il lavoratore.

Bene, come si fa? La prassi è illustrata nell’articolo 49, comma 3, del decreto legislativo del 2015, che disciplina il lavoro accessorio. Ti riportiamo le cose più importanti, quelle che il committente non deve dimenticare:

  • prima dell’inizio della prestazione lavorativa, il committente deve comunicare alla Direzione Territoriale del Lavoro i dati anagrafici e il codice fiscale del lavoratore, insieme all’indirizzo del luogo di lavoro. Tutte queste informazioni possono essere trasmesse per via telematica, attraverso un semplice sms o una email.
  • Il committente deve comunicare l’inizio dell’attività anche all’INPS. Può farlo anche il giorno stesso, l’importante è che sia prima dell’inizio della prestazione.
  • Ѐ necessario accertarsi che il prestatore non superi il limite economico annuo imposto. Bisogna quindi richiedere al lavoratore una dichiarazione scritta, che protegge da eventuali sanzioni.

Queste sono le cose principali da sapere sul lavoro accessorio. Speriamo di averti aiutato a dissipare i tuoi dubbi in merito.

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