I Pir spingono il real estate

I piani individuali di risparmio, introdotti dall’ultima legge di bilancio, rappresentano una buona forma di investimento a medio termine, con durata minima di cinque anni, nella quale i risparmi vengono veicolati verso le imprese di dimensioni minori (PMI), ad esempio, quelle quotate nei segmenti MidCap (il paniere dei titoli a media capitalizzazione), Star (il segmento delle società ad alti requisiti), Standard o sul mercato AIM.  Grazie all’estensione dei Pir, i Piani di Risparmio, alle imprese del real estate, il settore immobiliare ottiene una vera e propria iniezione di risorse, così da poter fornire un valido contributo alla ripartenza dell’intero settore.

La novità dei Pir alle società del real estate aiuterà il mercato immobiliare a superare definitivamente la crisi: gli investimenti 2017 chiuderanno infatti con volumi superiori ai nove miliardi di euro.

In attesa di un deciso miglioramento del mercato immobiliare, previsto per i prossimi anni, la raccolta si inserisce attualmente nella cifra di 5,3 miliardi (dati Assogestioni) raggiunta a fine giugno 2017, con stime di crescita fino a quota 70 miliardi in cinque anni.

Lo spirito del Pir è ovviamente quello di finanziare le imprese produttive, ma la novità potrebbe inoltre garantire un effetto positivo anche sui fondi immobiliari, che investono parte della raccolta nelle imprese del settore immobiliare; in particolare, quelli destinati ai risparmiatori che vedono avvicinarsi la scadenza del periodo ed hanno in portafoglio immobili ancora da liquidare.

Relativamente al real estate, nel nostro Paese oggi sono sul mercato pochi immobili nuovi in grado di soddisfare le esigenze di investitori internazionali; si crea dunque una forte concorrenza sui pochi immobili di qualità effettivamente disponibili. I Pir possono favorire l’introduzione di capitali “controllati” per uno sviluppo più trasparente del settore.