Riparte il mattone: +13,5% a Milano

I presupposti per un scenario estremamente positivo, nel settore immobiliare, c’erano da tempo, e gli indicatori sembravano confermarlo. Oggi, i dati dell’osservatorio di Scenari Immobiliari evidenziano11mila compravendite in più rispetto al 2013 (e si prevede che arriveranno a superare le 33mila entro la fine del corrente anno).

Nell’analisi si rivelano in crescita, in particolar modo, i dati di Milano: nel primo semestre 2017, le compravendite sono state 15.600, contro le 15.500 del medesimo periodo del 2016 e le 14.100 del 2015. Per la seconda metà del 2017, sono previste ulteriori 17.600 compravendite, con un aumento percentuale pari al 13,5%.

Il numero è decisamente alto e ben oltre le aspettative di molti. Dopo l’inizio della crisi economica nel 2008 sono iniziate le difficoltà per ottenere un mutuo, specie per giovani, single, o famiglie monoreddito. Oggi, la situazione appare decisamente diversa: si registra la crescita di compravendite e il prezzo che rimane pressoché costante, con oscillazioni inferiori allo 0,1%, , sia per le nuove abitazione che per quelle già utilizzate. 

Secondo gli analisti, a trainare la ripresa a Milano sono stati, soprattutto, i nuovi progetti di sviluppo della città, che mirano a riqualificare, da qui ai prossimi anni, intere aree in tutta la città, per oltre sei milioni di metri quadri. La superficie è decisamente grandissima (un terzo della città di Aosta, per intenderci) ed include ben 25 progetti distribuiti in tutto l’hinterland cittadino.

Altro fenomeno curioso, che attesta la bontà delle operazioni di riqualificazione, quello descritto dal rapporto di Nomisma, che vede a Milano una sorta di “pendolarismo al contrario”, volto a rioccupare le zone di pregio e il centro storico. Un vero e proprio fenomeno di rientro, di tanti ex milanesi che negli anni, dopo aver lasciato la città, ritornano grazie alla ripresa economica ed ai progetti urbanistici che mirano a rendere più bella e visibile la città.

Tuttavia, l’entusiasmo per i dati del settore residenziale non trova riscontro per il settore commerciale: la dinamicità della piazza milanese non ha coinvolto uffici e botteghe, in particolare nelle aree esterne al centro città.