Cresce Home61, la nuova startup immobiliare per le abitazioni meno costose

Home61 è una nuova startup che lavora sul settore immobiliare, destinata a far parlare sicuramente ancora di sé. Attualmente è probabilmente più giusto considerarla come un’agenzia immobiliare dedicata al mercato statunitense di Miami, focalizzata principalmente sul target medio-basso.

Nelle tradizionali agenzie immobiliari, gli agenti ricevono commissioni maggiori sulle grandi vendite, e sono portati a concentrarsi su questa tipologia di mercato. Vengono in qualche modo penalizzati gli acquirenti e gli affittuari legati alle piccole abitazioni, che spesso ricevono meno assistenza da parte degli operatori, andando incontro a possibili disservizi. Home61 si pone, come obiettivo, di poter risolvere i problemi del “mercato di massa”, grazie ad un innovativo sistema di automazione dei processi di vendita.

La nuova startup potrà puntare ad una ampia fetta di mercato, anche se negli States è forte la concorrenza di aziende che puntano a modificare il sistema di ricerca immobiliare (Redfin, Compass e Zillow). Home61 mira a differenziarsi con un nuovo modello di business, che vuole soddisfare domanda ed offerta. Il sistema semplifica e aiuta l’operato dei potenziali acquirenti, ma anche quello dei possibili venditori. Il lavoro degli agenti immobiliari dell’azienda non è basato sulle commissioni: ricevono infatti uno stipendio di 70.000 dollari dopo il secondo anno, e di 120.000 dollari dopo il terzo. Sono cifre molto più alte della media del settore, ma si rivelano un ottimo incentivo per prestare la massima attenzione a qualsiasi cliente indipendentemente dal prezzo di vendita dell’immobile.

Il CEO di Home61, Oliver Grinda, ha voluto precisare che l’azienda sta costruendo un vero e proprio «ecosistema di beni immobili per il mercato di massa» e che «creerà un’esperienza migliore per i clienti, attaccando il mercato iperlocale». L’impresa ha già ottenuto un finanziamento da Fonders Fund: dopo aver concluso le prime mille transazioni a Miami, punterà ora ad imporsi in altre città come Chicago o Houston. Un modello di business immobiliare di questo genere potrebbe in futuro prosperare anche in Italia?