Intervista a Lorenzo Strocco. Ecco come nasce un’idea imprenditoriale

Abbiamo incontrato il giovane imprenditore Lorenzo Strocco, e con lui abbiamo ripercorso il tragitto di un lungo viaggio, da Shangai all’Italia, lungo il quale un’intuizione imprenditoriale si è trasformata, tappa dopo tappa, in un servizio diffuso in tutta Italia.

Il progetto Toucher consiste in un monitor installato nei taxi che trasmette contenuti informativi e culturali ai viaggiatori.

Ma non ti anticipiamo altro, perché lasciamo che sia Lorenzo a raccontarti il percorso del suo sogno. Da idea a realtà.

Ciao Lorenzo, raccontaci un po’ di te. Di cosa ti occupi?

Buongiorno, mi chiamo Lorenzo Strocco e di mestiere provo a fare l’imprenditore. Sono una persona che per natura si è sempre chiesta non tanto il “perché?”, quanto il “perché no?”. Questo vuole essere un riferimento ben chiaro all’indole del “come potrebbero essere le cose se” e alla voglia di mettermi sempre in gioco in tutto quello che faccio.

Durante la mia carriera scolastica ho avuto la possibilità di viaggiare molto e vivere all’estero. Tutte esperienze che in qualche modo mi hanno permesso di maturare un’apertura mentale pronta a cogliere tutto ciò che di nuovo arriva. Questa sensazione la percepivo fin dai primi anni di università, quando cresceva in me la voglia di innovare e quando, terminato il mio percorso scolastico, ho iniziato con Toucher.

Vuoi spiegarci in cosa consiste il servizio Toucher?

Toucher è un media ADV che consiste nel trasmettere contenuti interattivi da server a monitor.

Questi monitor sono installati all’interno delle autovetture taxi e, tramite un collegamento 3G 24/7, trasmettono palinsesti informativi e culturali, ovviamente il tutto coadiuvato dalla pubblicità. L’obiettivo è trasformare un lasso di tempo di totale passività in un’esperienza coinvolgente e interessante per l’utente taxi.

A oggi, Toucher è una piattaforma digitale trasversale per differenti modelli di business legati alla comunicazione.

Come e dove è nata l’idea di sviluppare un servizio simile?

Stavo finendo gli studi a Shanghai e, tra gli ultimi esami, ci era stato richiesto di analizzare due modelli di business: uno da importare in Cina e un altro da esportare nei rispettivi paesi di origine.

Una notte, durante una corsa in taxi, mi sono detto: “perché no?” Da li è nato tutto. Da un semplice schizzo a matita su un foglio di carta, a più di mille monitor nelle principali città italiane.

Prima di buttarti in questo progetto avevi già avuto altre esperienze imprenditoriali? Ti sono state d’aiuto per sviluppare Toucher?

No, non ho mai avuto esperienze, e forse questo è stato un punto a mio sfavore.

Quali sono state le tappe principali per trasformare un’intuizione in un prodotto finito?

Se dovessi descrivere più di quattro anni di esperienza in tappe direi:

– intuizione e studio del modello di business a Shanghai;

– industrializzazione del prodotto tra Torino e Giappone;

– via libera degli organi burocratici italiani;

– sviluppo dell’idea di business tra Milano e Roma con le principali radio taxi italiane e concessionari media;

– attrezzaggio taxi;

– commercializzazione.

Qual è stata la fase più complicata?

Senza dubbio l’industrializzazione che, essendo Toucher un oggetto custom, e non avendo importanti finanze, ci ha portato via due anni di sviluppo. Detto questo, considero ogni fase, una fase complicata quando si fa impresa.

Esistono tanti incubatori di startup, perché hai deciso di intraprendere questa avventura in autonomia?

L’incubatore, se non tratti determinati temi sensibili, non è interessato a spingerti. Da qui l’idea di andare da soli. Detto questo, l’incubatore come le Venture Capital è comunque una struttura molto utile alle giovani società che si affacciano al mondo business.

L’esperienza imprenditoriale ha cambiato molto il tuo approccio al lavoro? Cosa ti ha insegnato?

Sicuramente è stato il vero “master scolastico”. Ho avuto la possibilità di scontrarmi con infinite problematiche e cercare delle soluzioni. Confrontarmi con tante persone, con tanti punti di vista diversi. E infine la vera lezione: sbagliare per poi fare bene. Se non sbagli non impari.

Vuoi dare un consiglio a chi, come te, sta cercando di realizzare il proprio sogno imprenditoriale?

Assolutamente. Mi dilungo un po’:

Segui sempre i tuoi sogni. Ogni tanto diventano realtà (questo non vuol dire illudersi!). O avrai per sempre il rimpianto di non averci provato.

Mettiti in discussione. Se hai la fortuna di trovare la tua strada, non smettere mai di metterti in discussione perché solo così poi migliorare. Quindi, ascolta tutti e costruisci un tuo parere.

Ascolta il mercato. Se il mercato ti approva, vai avanti! Ma se ti dice di cambiare, o addirittura di fermarti, tu lo devi ascoltare! Il mercato comanda. Magari dopodomani, o già domani, la tua idea sarà pronta per essere recepita in maniera diversa. Inutile combattere contro i mulini a vento.

Non fidarti, analizza. Non c’è niente di peggio che fidarsi del “ho sentito dire”. Analizza sempre ogni singolo passaggio perché è lì la chiave del successo.

Il giusto team. Circondati non di amici, ma di persone preparate. Saranno, in futuro, i tuoi migliori amici.

Estero, non fermarti all’Italia. Se vuoi fare business questo può essere il paese di partenza ma non quello d’arrivo.

Progetti in serbo per il futuro?

Vedremo, adesso bisogna consolidare le esperienze fatte e, non appena avrò una nuova spinta, sicuramente cavalcherò l’onda.

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