Intervista a Paolo Zanzottera: startup, app e business

Abbiamo incontrato Paolo Zanzottera, un vero esperto del mondo digitale. Paolo è consigliere delegato e direttore prodotti di Shiny (conosciuta anche come ShinyStat), fondatore di Appocrate, una startup che offre servizi in ambito medicale, e autore del libro “Guadagnare con le App$” (Hoepli).

Paolo, da buon digital evangelist, ci ha aperto le porte agli ultimi sviluppi del digitale, soprattutto per quanto riguarda l’universo delle app. Ci ha spiegato come si sta evolvendo questo grande mercato e come è possibile guadagnarci, oltre a raccontarci la sua storia imprenditoriale, una miniera di spunti per giovani imprenditori.

1) Ciao Paolo. Partiamo dagli inizi, raccontaci di te. Com’è cominciata la tua carriera di “digital evangelist”?
La mia carriera digitale cominciò quando avevo 8 anni. Quando Santa Lucia (la Babbo Natale di Brescia) mi portò in dono il mio primo computer, un Commodore 64. Da lì iniziò la passione per l’informatica e per la programmazione. Seguì la scelta di un liceo scientifico sperimentale informatico, dove imparai a utilizzare meglio il computer. Poi, una virata: l’iscrizione alla facoltà di economia.

Ma il pallino per il digital non fu accantonato. All’università cercai di collegare questi due mondi, quello economico e quello digitale. Mi laureai nel 2000 con una tesi che riguardava la tutela del consumatore nel mercato digitale, quindi il mondo della privacy nel commercio elettronico e della sicurezza nel digitale. Un tema nuovo a quel tempo, mancava ancora una normativa a riguardo.

Dopo la laurea lavorai 6 mesi in un internet service provider e poi fondai un’agenzia web insieme a due amici. Dalla vendita di questa, nel 2014, riuscii a monetizzare il lavoro fatto fino a quel momento.

Parallelamente, dal 1998 a oggi, ho sempre continuato a portare avanti la mia passione e il lavoro sulla SEO (ottimizzazione per i motori di ricerca), sul posizionamento e sul marketing. Mi piace la definizione di “digital evangelist” nella misura in cui mi piace formare e dare tutti gli strumenti utili per un corretto utilizzo del digitale.

2) ShinyStat è un’azienda che si occupa di analizzare le tendenze del traffico web in Italia. Vuoi raccontarci, in breve, la storia di questa idea imprenditoriale?6
ShinyStat è nata come internet service provider e agenzia web alla fine degli anni Novanta. Dal ’97 iniziammo a sviluppare i primi software a livello mondiale di analisi web, per venire incontro alle esigenze e richieste dei nostri clienti e ci focalizzammo su quello.

ShinyStat si ritagliò subito una posizione di mercato dominante perché rappresentava qualcosa di nuovo.

L’idea imprenditoriale è quella di cercare di misurare tutto quello che avviene in ambiente digitale. Si tratta di una sfida dinamica e in continua evoluzione. Abbiamo declinato le nostre capacità di analisi in qualsiasi ambito digitale, dalla suite analytics alla video analytics, dall’advertising analytics all’app analytics e così via.

Oggi stiamo lavorando molto sul data managing platform, ossia sulla creazione di dati che riguardano la navigazione web. Si tratta di un mercato molto nuovo e in espansione. I dati sono il petrolio del XXI secolo.

L’idea che sta alla base di tutto questo è quella di divulgare un ecosistema in cui la misurazione del dato sia alla base di qualsiasi strategia di business.

3) Ora parlaci di Appocrate, un servizio che nasce per rispondere a un’urgenza molto seria, quella di rendere più efficienti i servizi in ambito medicale. Com’è nata e quali sono state le fasi dello sviluppo di questa idea?
L’idea di Appocrate nasce da un modello precedente: Prenoting. Si tratta di un modello di business incentrato sulla prenotazione di visite ed esami in ambiente medico pubblico e privato.

L’intuizione è nata dal mondo del travel, un ambiente in cui ho lavorato molto dagli anni ’90 alla prima decade del 2000. L’obiettivo è quello di trasferire ciò che è successo nel travel nel settore medicale. Ovvero quello di comunicare con un software, tipo booking, dedicato al mondo degli ospedali.

Così ho dialogato con alcuni gruppi ospedalieri e ho creato una scatola apposita per questo progetto, al di fuori della mia agenzia web. Ho fatto un business plan e ho cercato i finanziamenti. Ma non finanziamenti qualsiasi, finanziamenti intelligenti da persone interne al settore. E con questi soldi ho creato Appocrate che si occupa di servizi digitali in ambito medicale.

Volevo creare efficienza in un settore in cui non ce n’era abbastanza. In Italia abbiamo servizi validi, ma quello che spesso manca è l’efficienza organizzativa. E il digitale può essere molto utile per portare dei progressi.

4) Qual è stata la fase più critica?
Sicuramente l’inizio. Creare un’idea, cercare di svilupparla e scontrarsi con un mondo molto lontano dal mio. Ho parlato del mio progetto a molte persone nei mesi di sviluppo: alcuni credevano poco nella mia idea, ho ricevuto porte in faccia e mi sono sentito dire che quello a cui tendevo era impossibile. Forse una persona normale si scoraggia e si ferma. Ma un matto, l’imprenditore visionario, trova altre strade e prosegue il suo cammino.

Io ho capito che dovevo creare una società che si occupasse solo di questo progetto e sono andato avanti. Ho insistito come deve fare un imprenditore.

5) Oggi sembra esistere un’app per qualsiasi tipo di servizio. Quali settori rimangono, invece, ancora scoperti? Su cosa puntare?
È vero, sembra esistere già tutto. Io divido il mondo delle app in due settori: gaming e servizi. Il gaming è un mondo che continuerà a evolversi, creando app che riscuotono enormi successi e poi scompaiono.

Per quanto riguarda i servizi, sì, esistono tante app. La cosa importante è pensare non alla creazione di un’app isolata ma a un modello di business in cui l’app faccia da leva. Le app generano ricchezza attraverso le transazioni che muovono, non attraverso l’acquisto dell’app stessa.

Non è facendo l’ennesima app calendario o un filtro per fotografie che si può fare business, questi mercati sono saturi. I ritorni sugli investimenti si hanno quando la gente non scarica un’app, bensì un modello di business.

Dobbiamo pensare alle app come alle leve di un modello di business. Il futuro, anzi, il presente è fuori dagli appstore, è nella transazione.

6) Consigli a uno sviluppatore che vuole proporre la sua app. Quali costi dovrà prepararsi a sostenere? E di quali figure professionali avrà bisogno?
Consiglio a un giovane sviluppatore di mettere in conto, oltre ai costi di sviluppo della propria app, anche i costi di marketing, quindi le risorse per rendersi visibili.

Il marketing deve essere multicanale, bisognerà pensare subito alla creazione di un mini sito per l’app, ad aprire i vari account social, alle attività di PR, ecc.

Il budget destinato alle varie attività di marketing dovrà essere calcolato in modo bilanciato, deve essere proporzionale allo sviluppo e al modello di business. Per esempio, se si ha a che fare con un modello pay serve una forte spesa a supporto delle attività di marketing. Se invece si tratta di un modello di business freemium, allora bisognerà cercare di spostare le persone che usano l’app in modalità free alla modalità a pagamento.

Insomma, non esiste una regola o delle percentuali, i casi vanno valutati di volta in volta.

7) Parafrasando il titolo del tuo libro, è davvero possibile guadagnare con le app?
Guadagnare con le app sì, è possibile ma non è facile. È possibile soprattutto al di fuori degli store, con i modelli di business. Si può guadagnare se si pensa all’app come a un’appendice sinergica della comunicazione del brand. Quindi con idee di app per grandi brand che lavorino sul marketing e sulla fidelizzazione dei clienti.

Guadagnare con le app rimane comunque difficile, oltre la metà degli sviluppatori incassa meno di 500 dollari al mese, ma è anche vero che questo settore valeva, nel 2015, quasi 400 miliardi di dollari e si tratta di un mondo in continua crescita a livello di fatturato.

8) Hai qualche nuovo progetto in serbo per il futuro? E qualche sogno nel cassetto?
Progetti per il futuro ce ne sono sempre tanti. Per quanto riguarda le app sto lavorando a un progetto con l’app greenApes, un social network molto interessante che riguarda i temi della sostenibilità.

Oltre a portare avanti, sempre, il mio progetto con ShinyStat. In questo momento stiamo lavorando molto sul “dato”.

Il mio sogno è quello di riuscire a creare un bel progetto digitale nell’ambito sociale che possa contribuire a rendere le persone felici, soprattutto in questo momento storico piuttosto difficile.

In alternativa, attraversare tutta l’Africa su una 4×4 con una tenda sul tettuccio.

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